Mentre ragionavo quale nome dare a questa ricetta, il mio primo pensiero era di chiamarla, "Sepie alla Madrasi". Madrasi, ciò è, una persona o qualcosa della città di Madras, la città sulla costa orientale del sud dell'India, oggi conosciuta con il nome di Chennai (il "ch" all'inizio della parola è un suono meta strada tra "ce" e "sce"). Una volta avevo cercato di spiegarlo ad una persona in India che non ha senso cambiare il nome della città, ma lui sosteneva che per gli abitanti del luogo, la città si chiamava da sempre Chennai, ma gli inglesi avevano deciso di chiamarla Madras e questo nome era solo un segno del colonialismo, per cui era meglio cambiarlo.
Avevo spiegato che in Europa, ogni paese decide come chiamare una città nella propria lingua e gli avevo fatto l'esempio di London che gli italiani chiamano Londra. Ma non c'era modo di convincerlo, forse perché dietro la parola "madrasi" stava un'altra ferita non nominata.
Da bambino avevo un amico Narayan, noi lo chiamavamo Nani. Quando qualche volta per scherzo, qualcuno lo chiamava "madrasi", Nani si arrabbiava molto. A Nuova Delhi, dove ero cresciuto, tutte le persone del sud dell'India erano "madrasi", non importava se venivano da Kerala o Karnataka o Andhra Pradesh, lontani centinaia di chilometri da Madras. Un po' come in Italia alcune persone usano la parola "marocchino", quando non è per dire che sei da Morocco ma è un modo di dire che "sei brutto, straniero, non gradito".
Le parole possono urtare, fare male. Forse dietro il desiderio degli abitanti di Madras di cambiare il nome alla propria città, stava una ferita così? Poi, se le persone degli altri paesi chiamano una città in un altro modo, può anche andare bene, ma se sono le persone del tuo stesso paese che insistono a usare un altro nome, come succede in India, forse si può capire il desiderio di non volere quel nome?
A proposito di parole che non mi piacciono c'è la parola, "extra comunitario". So che è solo una parola burocratica decisa dall'Unione Europea, ma come la si usa, diventa brutale perché ti toglie il diritto di sentirti parte della comunità dove hai scelto di vivere, escludendo la tua apartenenza.
Comunque, così ho deciso di non usare la parola "madrasi" nel titolo di questa ricetta! E ora dopo questa lezioncina sulla geografia sociale indiana, procediamo con la ricetta.
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Ingredienti per 2-3 persone:
1 C di oilo, una cipolla rossa, due spicchi di aglio, 1 c di curcuma, 1 c di sale, 1 c di Barbecue masala (opzionale), 1 c di zucchero, un pizzico di peperoncino rosso (opzionale), 2 c di polpa di tamarindo, 150 cc di latte di cocco, 2 C di polpa di pomodoro, una manciata di coriandolo fresco (opzionale) e 250 gm di seppie lavate, pulite e asciugate.
Preparazione prima di iniziare la cottura:
Con un frullatore fate una pureé di cipolla e aglio.
Aggiungete un piccolo pezzo di tamarindo a un po' di acqua tiepida, staccate la polpa dai semi se necessario e tenerlo di parte.
Cottura:
In un wok o una pentola aggiungete olio e pureé di cipolla e aglio, curcuma e barbecue masala. Fatelo friggere per circa 2-3 minuti sul fuoco alto finché la miscela inizia a staccarsi dai lati della pentola.
Aggiungete le seppie alla miscela e cucinateli per circa 5 minuti, mescolando molto spesso per evitare che si attaccano alla pentola.
Aggiungete il metà del latte di cocco, polpa di pomodoro, polpa di tamarindo, sale, peperoncino e zucchero. Mescolatelo per 3-4 minuti.
Ora aggiungete il resto del latte di cocco e mezzo bicchiere d'acqua. Quando il liquido comincia a bollire, abbassate il fuoco e lasciatelo cucinare scoperto per circa 10 minuti.
Se volete la salsa densa, aggiungete meno acqua o magari lo lasciate cucinare per un altro po' affinché il liquido si assorbe, invece se lo dovete mangiare con riso in bianco, magari potete aggiungere più acqua per avere una salsa più liquida per bagnare il riso. Spargete sopra il coriandolo fresco, se vi piace e il piatto è pronto.
Come potete vedere, il mio coriandolo non era molto fresco. Non sempre lo trovo al negozio asiatico vicino al mercato delle erbe (Bologna), allora quando lo trovo, separo le foglie e li tengo congelato. Per cui cordiandolo non era croccante, ma mi piace il suo gusto e suo profumo anche se conosco qualcuno che lo odia.
Io l'ho fatto con la salsa molto densa e cremosa, era ottimo! Questo modo di cucinare con piccole variazioni è comune in molti paesi dell'Asia compreso lo Sri Lanka, Birmania e Tailandia, ma in India lo fanno così sopra tutto al sud.
che goduria questa ricetta mi manca il tamarindo ma la prox settimana me lo procuro nel negozietto al nord dove ho fatto spesso i miei acquisti che peccato non averlo qua a portata di mano, aveva anche le verdure dei vostri posti ffresche una volta alla settimana grazie sunil ;)
RispondiEliminaGrazie Tatiana.
RispondiEliminaQuando rileggo le mie ricette, mi accorgo di diversi sbagli di italiano, che non mi ero accorto metre lo scrivevo. Comunque, se alla fine la ricetta e' chiara, mi basta! :)